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Svezzamento, i bambini 👶 devo mangiare con le mani 🖐: i motivi che nessuna mamma si aspetta

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Mangiare con le mani per i bambini è un processo molto importante per la loro crescita e il loro sviluppo: perché?

Subito dopo lo svezzamento, i nostri bambini e le nostre bambine cominceranno a voler mangiare con le manine, affondandole nella pappa e sporcando ovunque. Potrebbe essere visto come uno stress inutile per giovani genitori che non sanno ancora bene come gestire i disastri del proprio piccolo. Ma in realtà si tratta di un fondamentale passo nello sviluppo e nella crescita del bambino. Gli esperti ci dicono perché.

bambina-che-mangia

Sono tantissimi gli studi che dimostrano quanto sia importante che i nostri figli vengano lasciati in pace, nel momento in cui scoprono il cibo toccandolo con le mani, anche sporcandosi e facendo disastri ovunque. È una tappa importantissima della loro crescita e del loro modo di vedere e scoprire il mondo.

Lasciate che i bambini 👶 si sporchino con il cibo 🍕!

La fine dello svezzamento, cioè il momento in cui il bambino smette di assumere latte materno e inizia a provare cibo solido è sempre una grande emozione per i genitori: vedere il proprio figlio che scopre il mondo anche attraverso nuovi sapori e nuovi cibi, finalmente variegati, significa vederlo crescere sano e forte. Ma tra le questioni fondamentali in questo delicato momento di sviluppo di un bambino c’è quella di lasciare che si sporchi le mani.

Un bambino dovrà essere continuamente stimolato verso cibi nuovi, dalle diverse consistenze e dal diverso odore, affinché possa scoprire aliementi nuovi che potrebbero piacergli o meno. Per farlo, ha bisogno di toccare il cibo, sentirlo con le mani, affondarci la faccia e scoprirlo da solo. Ecco perché i bambini dopo lo svezzamento tendono a mangiare con le mani, ed è giusto così! Non preoccupatevi dell’etichetta a tavola, c’è tempo per spiegare al vostro bambino le buone maniere.

Un altro modo per incuriosire vostro figlio nella scoperta di cibo e piatti nuovi è quello di cucinare con lui, fargli sentire con le mani anche gli ingredienti. Per lui sarà importante vedervi mentre “giocate”  e pasticciate con cibi diversi e assemblate un pranzetto perfetto e delizioso, che potrà provare anche lui e decidere se può essere di suo gradimento o meno. Quando fare tutto questo? Preferibilmente nel periodo tra i sei mesi e l’anno e mezzo: durante questo periodo c’è infatti il picco massimo di curiosità del vostro bambino verso i cibi nuovi e le consistenze diverse degli alimenti.

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Se hai la sensazione che ti stiano spiando su Whatsapp puoi fare così e li sgami!

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Hai notato qualcosa di sospetto? Forse senti che qualcuno ti stia spiando su Whatsapp? Allora devi sapere che c’è un trucchetto che fa al caso tuo

Con gli smartphone ci sentiamo sempre più spiati! Non è così? In un attimo possono farci una videochiamata e (se rispondiamo) possono capire dove ci troviamo e magari anche con chi.

whatsapp-bambino.it

Ma non solo, diverse app di questi nuovi dispositivi hanno la geolocalizzazione, un servizio che permette di individuare la posizione dello stesso e quindi la tua posizione. Insomma, di gente che non si fa gli affari suoi ne è pieno il mondo ma è vero allo stesso modo che la tecnologia gli ha facilitato il compito e non di poco. Ma, attenzione, perché ci sono alcuni metodi, dei piccoli trucchetti, che possono tornare molto utili per capire quali sono le persone più ficcanaso che abbiamo intorno a noi. E uno di questi trucchetti lo spieghiamo proprio in questo articolo con la speranza che possa tornare utile proprio a te che lo stai leggendo. Vediamo in realtà di cosa si tratta e cosa possiamo fare di concreto contro chi non si fa i fatti suoi!

Hai la sensazione che ti stiano spiando su Whatsapp? Ecco cosa puoi fare

Come detto, le app che troviamo sugli smartphone ormai controllano tutto di noi utenti. Dalla posizione in cui ci troviamo fino alle persone con cui entriamo in contatto per un motivo o l’altro. Tra le app più utilizzate dagli smartphone c’è sicuramente Whatsapp. Una app di messaggistica molto utile perché ci consente di metterci in contatto con le persone in modo gratuito. Ma non è tutto qui. Non si limita a questo. Su Whatsapp infatti si possono condividere anche degli scatti che si fanno durante la giornata. Oppure dei pensieri in semplici frasi e parole. E si possono condividere tramite lo ‘stato’ che si pubblica su Whatsapp. Ed è proprio attraverso lo stato che si può riuscire a capire chi vuole continuamente ficcare il naso nei fatti nostri. 

Ma come si fa a risalire agli utenti che hanno guardato il tuo stato su Whatsapp? Basta andare sull’applicazione e cliccare sul pulsante ‘Stato’, poi ‘Il mio stato’, ed è lì che vi apparirà la lista di tutti gli utenti che hanno ‘spiato’ il vostro stato di Whatsapp. Utenti che avranno visto una vostra foto, o una vostra frase, o magari le note di una canzone che avete deciso di condividere. Ma c’è anche un modo per evitare che una persona possa vedere quello che condividete. Come? Semplice. Premete sul simbolo in alto a destra con i tre puntini sospensivi: …, poi scegliete la voce Impostazioni, fate tap su Account, Privacy, Stato e poi cliccate sull’impostazione “I miei contatti eccetto” e scegliete la persona o le persone da escludere. Un metodo molto semplice per evitare che la gente ficchi il naso nei fatti vostri e per condividere tutto ciò che si vuole senza fastidi.

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Quando i nonni perdono la testa tuo figlio è in grave pericolo😱

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Lasciare il proprio bambino con i nonni è sempre la scelta più giusta? Leggendo questo articolo potreste forse ricredervi e pensarci due volte prima di farlo.
A parte gli scherzi, quello che stiamo per raccontarvi ha davvero dell’incredibile e dovete davvero tenervi forti se non volete cadere dalla sedia.

potete fidarvi dei nonni
I nonni sono davvero la scelta migliore?

Nonostante le amorevoli cure che i nonni garantiscono ai propri nipoti, non bisogna sottovalutare l’amore che gli stessi possono nutrire nei confronti dei propri animali domestici.

Talvolta i due affetti si possono talmente tanto equiparare, da spingere degli adorabili vecchietti a compiere gesti che non ci pentiamo di definire “folli”.

E’ proprio quello che vi raccontiamo in questa storia, che fortunatamente non arriva dal nostro paese, almeno stavolta, ma che ha comunque fatto il giro del mondo ed è stata oggetto non solo di critiche, ma anche di grande ilarità.

Giungiamo al dunque: cosa avrà fatto mai questa dolce nonnina al suo nipotino?

Lo lancia dal balcone per recuperare…..

Si, avete capito bene. La notizia arriva direttamente dal Sol Levante e narra la storia di una signora che, vistasi sfuggire dalle mani non suo nipote, bensì il gatto, ha pensato bene di usare il bambino di appena 5 anni, come mezzo di recupero improvvisato.


L’animale, forse stanco della sua vita monotona, era finito nel balcone di sotto e non ne voleva sapere di tornare a casa. A quel punto, bisognava attendere che il proprietario dell’appartamento tornasse a casa per riavere il felino sano e salvo, ma la nonnina non poteva attendere! Da qui l’idea che, se non fosse del tutto assurda, potremmo anche definire geniale.

Dunque, aiutata da altre due persone, che al momento non abbiamo contezza di che ruolo avessero nella famiglia, hanno legato il nipotino di 5 anni ad una corda e lo hanno calato di sotto, per il recupero avventuroso.
Magicamente, nonostante i pronostici, il bambino è riuscito nell’impresa e gli adulti lo hanno tirato su, salvando entrambi.

Tutto è bene quel che finisce bene penserete, ma non è esattamente così. Qualche passante che ha assistito alla scena ha pensato bene di filmare il tutto e la notizia ha fatto il giro del mondo in poco tempo.
La nonnina, si è resa conto dell’accaduto soltanto riguardandosi in tv e solo dopo essere entrata nell’occhio del ciclone.
Evidentemente, la decisione d’impeto, è quella che ha vinto nel momento critico.
I genitori del bambino, che hanno l’unica colpa di lavorare fuori città, cosa dovrebbero fare adesso?
Questi e molti altri dilemmi resteranno insoluti

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Cellulari vietati a scuola. A che punto è la proposta di legge

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E’ da tempo che si discute dell’opportunità di far utilizzare dispositivi elettronici ai bambini, cellulari e tablet, fino all’età adolescenziale, ma per il momento, soltanto una proposta di Legge in Parlamento ha fatto la differenza.
Tale esigenza, manifestata in concreto dalla Deputata del gruppo Misto, Rosalba De Giorgi e dall’ex Ministro dell’Istruzione Fioravanti, nasce dall’osservazione di alcuni ricercatori spagnoli e dunque dalla scienza, delle onde celebrali degli adolescenti, che venivano alterate fino ad un’ora dopo l’utilizzo dei dispositivi in questione.

proposta di legge divieto cellulari
Che fine ha fatto la proposta di legge sul divieto dei cellulari per i bambini e preadolescenti?

Dato molto allarmante, di cui si parla da tempo, senza però avere riscontro.

A tal punto è chiaro che non possa essere lasciato libero arbitrio nemmeno ai genitori, ignari delle varie problematiche legate ad un uso intensivo di questi oggetti, rivoluzionari, tanto quanto pericolosi.

La proposta prevede sostanzialmente un divieto assoluto per i bambini fino a tre anni ed un uso limitato per la fascia 4-12.
Sulle prime, tale iniziativa sembra aver riscosso molto apprezzamento, ma c’è anche chi nutre dubbi per via dei limiti stringenti che la legge imporrebbe.
Insomma, ancora tanti sono i dubbi, ma andiamo a capire quali siano i punti centrali

Cosa propone la legge?

Innanzitutto la proposta chiarisce che cosa si intenda per dispositivo elettronico e quali siano le finalità e gli obiettivi della stessa, per poi entrare nel vivo dei divieti.

Volendo tutelare la salute psicofisica dei bambini, fino all’età preadolescenziale, l’impedimento è assoluto per i bambini fino ai tre anni, più moderato fino ai 12, anche nelle scuole primarie e secondarie.
Si prevedono fasce di età e di orario specifiche, entro le quali poter fare utilizzo dei Device, che aumentano in proporzione all’età.
Ma non è tutto. Il Governo si impegnerebbe a emanare campagne di sensibilizzazione e non mancano le sanzioni pecuniarie per chi “sgarra”.
Sono i genitori infatti, il fulcro di tutto, perché sono loro i diretti interessati dalle sanzioni ed ovviamente i deputati a far rispettare i vincoli che ne derivano.

Quest’ultimo il nodo principale per i detrattori. Chi sorveglierà gli adulti che devono far osservare gli orari ai bambini? Siamo sicuri che sia davvero la scelta giusta?

A che punto è la proposta?

Tale proposta si è resa necessaria in seguito all’allarme lanciato dai pediatri, che hanno più volte manifestato il disagio provocato dai dispositivi elettronici sui bambini, specie in tenera età, come l’incapacità di autoregolarsi, lo scarso apprendimento e perfino ritardi cognitivi.

ci pensa la scuola a far rispettare il divieto
Ci penserà la scuola a far rispettare il divieto

E’ stata presentata in parlamento il 15 marzo del 2021 e sarebbe dovuta arrivare in Parlamento molto presto.
Tuttavia, l’avvicendarsi della situazione politica, non ha di certo favorito tale iter. Come sappiamo tutti, con la caduta del Governo, cadono anche le proposte di legge ad esso associate.

Ma non è detta l’ultima parola, perché in realtà esiste già una direttiva in merito, la 104 del 2007, che permette ad ogni scuola di autoregolarsi sulla materia. Molti istituti infatti si stanno muovendo in questo senso, e come spesso si dice, che si parta dalla scuola!

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Cos’è il tappo mucoso

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Oggi parliamo di tappo mucoso. Di cosa si tratta? Quando si sente parlare per la prima volta di questa cosa? Cosa rappresenta? Questi sono i dubbi di molte donne che, sentono probabilmente parlare per la prima volta del tappo mucoso quando scoprono di essere in attesa di un bambino e iniziano a girare per i siti web in cerca di quante più informazioni possibili sulla maternità e la gravidanza!

Oggi siete probabilmente arrivate su questo articolo perché curiose di scoprire cosa sarà mai questo tappo mucoso. Bene, sappiate che la perdita del tappo mucoso è una cosa che riguarda unicamente le donne in dolce attesa.

Sta li, fermo all’interno del collo dell’utero. Lo fa con uno scopo preciso ed è quello di tenere ben chiuso il canale cervicale. E’ un’importantissima barriera fisica-chimica che protegge il feto e impedisce ai batteri di entrare all’interno dell’utero e poi nel sacco amniotico.

Prima o poi questo tappo deve scendere. Ciò accade con l’avvicinarsi della data presunta del parto. Quando il collo dell’utero si modifica. Il tappo mucoso esce, alcune volte possono esserci anche delle piccole tracce di sangue. Considerate infatti che nella cervice uterina ci sono dei capillari molto fragili che possono rompersi. Il sanguinamento non è abbondante. Ma qualora lo fosse, tipo una mestruazione, dovete andare immediatamente al pronto soccorso!

Il tappo mucoso esce fuori quando iniziano le contrazioni, magari non sono ancora dolorose o regolari, ma ci sono e la nostra cervice le sente. E’ il primo segnale, molto importante! No, non dovete correre all’ospedale. Può scendere già qualche settimana prima dell’inizio del travaglio, specialmente se siete alla vostra prima gravidanza.

Nessuna corsa in ospedale, almeno che il tappo mucoso non scenda subito prima di quanto le acque si rompono o le doglie iniziano. In questo caso, dovete andare in ospedale! Se perdete il tappo mucoso e non sapete come comportarvi, ricordatevi che la miglior cosa che potete fare (e fatelo adesso se siete un po’ in ansia ed è questa la vostra situazioni) è contattare il ginecologo e sentire il suo parere.

Sappiate comunque che alcune donne non si accorgono neanche di questa “perdita” o comunque appare a loro come una classica perdita della gravidanza. il tappo mucoso infatti viene espulso delle volte in blocco (e sembra proprio un tappo!), altre volte in modo molto graduale a tal punto da non essere percepito. Altre volte mentre siete in bagno a fare i vostri bisogni, lo espellete e non vi accorgete dell’accaduto. Quindi se pensate che voi non lo avevate perché non lo avete visto nelle gravidanze precedenti, non è così! Semplicemente non vi siete accorte di lui!

Chiamate invece il ginecologo qualora il tappo mucoso venga espulso troppo presto, cioè prima delle sei settimane dal parto. Il ginecologo così valuterà la chiusura del collo dell’utero. Quando scende troppo in fretta, può indicare (ma non necessariamente) un parto pre-termine. Fatelo anche qualora sia troppo abbondante, contiene troppo sangue, ha una colorazione marrone o giallo, ha un cattivo odore (potrebbe essere segno di un’infezione vaginale).

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8 consigli per i neo papà

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Sei un neo papà? Questo articolo allora fa proprio a caso tuo! Proprio come la tua compagna, anche tu devi affrontare tante cose nuove. La routine in casa è completamente cambiata, specialmente se hai scelto di intraprendere la professione del papà casalingo.

Oggi, vogliamo offrirti alcuni consigli per aiutarti a essere meno spaesato e spaventato per l’arrivo del bebè nella tua vita. Se sei al tuo primo figlio poi, può essere particolarmente arduo abituarsi. Sapevi che anche i papà possono soffrire di depressione post-partum? Nel prossimo articolo di parlo di questo! Adesso, ecco i nostri consigli per affrontare la tua nuova vita da neo-papà!

Consigli per i neo-papà

  1. Approfitta del congedo per paternità e resta a casa qualche giorno. Puoi aiutare così tua moglie nelle faccende domestiche visto che sarà stremata dal parto e potrai passare più tempo con il tuo bambino.
  2. Accudisci tuo figlio. Fagli il bagnetto, cambiagli i pannolini e vestilo. Devi entrare in contatto con tuo figlio, pensare a lui il più possibile. E’ più facile ovviamente i primi giorni quando sei a casa, ma devi continuare a farlo anche quando esci da lavoro. Se non puoi essere un papà a tempo pieno, devi esserlo almeno part-time. E’ molto importante che tu sia presente nella vita di tuo figlio.
  3. Quando torni a casa la sera sei stanco, ma anche tua moglie lo è. Cerca di aiutarla il più possibile. Occupati di fare la spesa e lavare i piatti. Essere padre significa anche aiutare la madre!
  4. Cerca di mantenere tranquilla la tua casa. Tuo figlio è appena nato e ha bisogno di tranquillità. E’ più che normale che i parenti vogliono conoscerlo e passare del tempo con lui, però è più importante che la tua di famiglia vivi momenti sereni. Perciò concedi le visite, ma in modo equilibrato e d evita sempre che la tua casa sia sempre affollata.
  5. Porta a passeggio tuo figlio. E’ vero che i primi mesi deve passare la maggior parte del tempo con la mamma però, è importante che tu poni le basi del vostro futuro rapporto. Perciò nelle belle giornate portalo al parco a fare una passeggiata. Fallo addormentare, coccolalo.
  6. Esprimi le tue incertezze con la tua compagna. Parlale dei dubbi e delle paure che hai. E’ normale che anche tu le possieda, ma solo parlandone riuscirai a conviverci.
  7. Prenditi qualche ora di festa a settimana e lascia che tua moglie esca senza il bambino. Magari può prendere un caffè con le amiche oppure andare dall’estetista. Ciò che desidera. Tutto è utile a evitare un crollo di nervi. Molte donne infatti hanno paura di doversi annullare per il figlio. Aiuta tua moglie a capire che non è così. Portala anche a cena fuori, chiedi ai nonni o paga una baby sitter per occuparsi del bambino.
  8. Così come la donna deve pensare un po’ a se, anche te devi farlo. Non puoi vivere dividendoti tra lavoro e bambino. Concediti qualche ora a settimana per uscire con i tuoi amici oppure per praticare uno sport, andare in palestra etc.

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Cosa si nasconde dietro il capriccio per un biscotto?🍪 Ti è capitato mille volte

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I capricci non sono mai graditi ad un genitore, specie nel primo mattino. Eppure è proprio in questa fascia della giornata che siamo più vulnerabili alle richieste dei nostri figli, non sempre razionali.

Innumerevoli volte sarà capitato anche a voi, di dover intavolare discussioni infinite con i bambini, a causa di un biscotto. Ebbene sì, un alimento così delizioso che spesso ci salva da situazioni stressanti, accontentando i piccoli, altre volte si rivela l’arma letale per la serenità delle nostre giornate.

Bambino piange per un biscotto rotto
Perché i bambini entrano in crisi per un biscotto rotto? (Foto:Canva)

Una via d’uscita c’è, o meglio, possiamo cercare di capire perché i nostri piccoli si comportino in un determinato modo, migliorando il dialogo e di conseguenza, evitando eccessivo stress emotivo per tutti.

Quelli che noi consideriamo capricci, sottendono sicuramente qualcosa di più che è bene analizzare. Il modo di comunicare può essere il più disparato e sono i genitori a dover cogliere il disagio. Vi spieghiamo come, con un esempio che vi evocherà certamente qualcosa…

Perché il bambino fa i capricci al mattino….per un biscotto?

La situazione è la seguente. Vostro figlio inizia a sbraitare perché ha trovato un biscotto rotto nella scatola e si rifiuta di mangiarlo. Magari sono tutti rotti, magari gli avrete già spiegato che mangiandolo si romperà comunque, ma lui non vuole sentire ragioni. Inizia a piangere e a ribellarsi e voi non sapete cosa fare.

accogli anche il pianto del bambino
Cerchiamo di entrare in comunicazione con il piccolo in questo modo… (foto:Canva)

Le spiegazioni razionali non servono, perché il pensiero del bambino non si basa a quel punto sulla logica. Loro vogliono in concreto, l’idea che hanno del biscotto, integro e giusto per loro. Non è solo un capriccio. Si tratta di dell’apice di qualcos’altro, magari un disagio, un nervosismo che non riescono a spiegare a parole, ma che si trasforma in quello che secondo la maggior parte delle persone, sarebbe un vizio. Così non è.

Bisogna a questo punto, agire in altro modo, non ci sono spiegazioni che tengano. Accogliere il comportamento del bambino, lasciandolo un attimo libero di sfogarsi, alleggerirà il suo peso, accumulato per altre ragioni, che appaiono ignote.

Con un po’ di pazienza, si sentirà più tranquillo e riuscirà forse, anche a mangiare quel fatidico biscotto. Se poi volete riuscire nell’impresa a tutti i costi, dopo che si sarà calmato, potrete usare il “linguaggio magico” che a loro è tanto caro. Potete prospettargli ad esempio che verranno le formichine dei biscotti a portarlo via (il biscotto), se lui non lo mangerà. Potete far correre un po’ la fantasia ed entrare in comunicazione con vostro figlio in modo più creativo, instaurando così un dialogo.

Provare per credere!

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A rischio un bambino su tre. Quest’anno preoccupa anche la semplice influenza: ecco perché

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E’ arrivato il freddo, qualcuno dirà “finalmente”, ma con esso bisogna ricordarsi anche delle malattie respiratorie che aumentano, specie nei bambini.

Quest’anno la situazione sembra essere più preoccupante rispetto al passato, poiché presenta un tasso di contagiosità molto più alto. Se sia il Covid il responsabile di questa impennata, potrà dircelo soltanto il tempo o la scienza.

fa paura l'influenza di quest'anno
Perché spaventa così tanto l’influenza quest’anno?

Ad ogni modo in Australia, dove c’è stata la possibilità di registrare i primi dati, sembra sia la peggiore in assoluto degli ultimi anni.

In questi giorni appunto, si registrano già influenze, raffreddamenti e tra poco capiremo le tendenze di questo 2022-2023.

Come mai spaventa così tanto?

Senza dubbio il Covid non è soltanto un lontano ricordo, ma è ben presente sul nostro territorio, più o meno controllato. Il dubbio di chiunque infatti, quando ci viene un raffreddore, oppure viene a nostro figlio, è quello di distinguere correttamente tra Covid e influenza stagionale.

Che ci attende per Natale?
Foto: Canva

Ebbene, possiamo subito rispondere, senza spoiler, che distinguere non si può. Soltanto un tampone può dirci se si tratti o meno della prima fattispecie e con nemmeno troppa sicurezza, visto che i sintomi sembrano non accompagnare la rivelazione della positività.

Ad ogni modo, i pediatri hanno avvertito che un bambino su tre è a rischio quest’anno, complice il fatto che il sistema immunitario dei piccoli sia stato “congelato” negli anni di pandemia, nei quali molto poco si è potuto registrare, proprio a causa della mancanza di socialità.

Ma non è finita, in quanto i dottori hanno anche posto l’accento su tutti quei pazienti che soffrono già di altre malattie, come il diabete, cardiopatie ed obesità. Per loro potrebbe essere particolarmente difficile affrontare la stagione uscendo indenni dall’influenza, dunque è fortemente raccomandato il vaccino stagionale. Altro spoiler: non ha presentato particolari controindicazioni, dunque resta una delle armi migliori e più potenti per contrastare questa difficile ondata.

A tutto questo si aggiungono anche i più piccoli, quelli nati durante la pandemia, che oggi hanno 1 o 2 anni e non hanno frequentato abbastanza “l’esterno”. Il loro sistema immunitario si può definire azzerato, quindi qualsiasi nuovo incontro tra virus e batteri, potrebbe comportare battute d’arresto.

Cosa si potrebbe fare per evitare tutto ciò? Cercare di seguire sempre i consigli del pediatra potrebbe essere un inizio. Seppur sia impossibile evitare completamente una malattia, di qualsiasi tipo, certamente se ne possono arginare gli effetti, grazie a precauzioni e sistemi di difesa vari.

Non facciamoci cogliere impreparati dunque, informiamoci e proteggiamo i più fragili.

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Pressione alta in gravidanza

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Oggi parliamo di pressione alta in gravidanza. L’ipertensione è una cosa da non sottovalutare e non solo durante il periodo gestazionale. Man a mano che gli anni passano, il problema di avere la pressione alta diventa sempre più probabile. Ma quando si parla di pressione alta?

I valori della minima devono essere uguali o superiori a 90, quelli della massima a 140. In questo caso si parla di pressione alta in gravidanza. E no, non è affatto fisiologica! Tutt’altro. Può esserlo la pressione bassa perché un pochino, quando nel grembo si porta un figlio, la pressione può calare.

Pressione alta in gravidanza

Tutto sommato esistono tre forme di pressione alta in gravidanza e la prima è chiamata ipertensione gestazionale. Rientra in questa categoria la donna che non ha mai avuto problemi di pressione alta ma, alla 20esima settimana, aumentano. Consideriamo però che è una forma che può trasformarsi in preeclampsia e perciò non va assolutamente sottovalutata. Tenere la pressione sotto controllo in gravidanza è importantissimo! Altre volte l’ipertensione gestazionale può anche arrivare a diventare ipertensione cronica.

Per quanto riguarda la preeclampsia invece, più tardivamente compare la pressione alta in gravidanza, più si abbassa il rischio che compaia.

La seconda forma è proprio l’ipertensione cronica, questa era già presente prima della gravidanza. Molte donne rimangono incinte e iniziano a farsi controlli che prima avevano sempre rimandato, ecco che scoprono in quel momento di soffrirne! Di solito il rischio che si evolva in preeclampsia è molto più basso, circa del 20%. Anche qualora succedesse di solito le ripercussioni non sono particolarmente gravi. L’ipertensione cronica però, resta dopo il parto.

Ma cos’è questa preeclampsia? E’ senza dubbio la forma più grave di ipertensione in gravidanza. Compare dopo 20 settimane e presenta anche le proteine nelle urine. Da molti è conosciuta come gestosi. Ci sono vari fattori di rischio, come le nefropatie, l’averne sofferto in una gravidanza precedente, avere in famiglia qualcuno che ne ha sofferto, soffrire di diabete, essere sottopeso, soffrire di malattie autoimmuni oppure avere meno di 16 anni o più di 40 anni.

Come prevenire la pressione alta in gravidanza

La pressione alta in gravidanza può portare al gonfiore degli arti, proteina nelle urine e appunto alla gestosi. Per prevenire tutto questo potete prima di tutto tenere sotto controllo il peso, magari dimagrendo prima ancora di rimanere incinta. Fate un po’ di esercizio fisico moderato, come il nuoto, lo yoga o la camminata. 20-30 minuti a volta, tre volte a settimana. Riducete lo stress, bevete molta acqua ed eliminate gli alcolici, se vi è possibile anche caffè. Salate il meno possibile il cibo.

Preferite gli alimenti freschi, mangiate molta frutta e verdura e preferite come metodo di cottura quella a vapore così da mantenere intatte le proprietà.

Ogni visita di controllo la pressione arteriosa vi viene comunque misurata, se il medico la riscontra un po’ alta, vi chiederà di fare più controlli ravvicinati.

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Neonato 9 mesi, le cose da sapere

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Il bambino ha nove mesi e a piccoli (ma grandi) passi, si avvicina al suo primo anno di vita! Il periodo dei primi progressi intellettivi, coordina i movimenti, afferra, sposta e…lancia! Ormai sta seduto con la schiena dritta e si sbilancia un po’ in avanti per prendere il giocattolo che vuole. Forse il vostro bambino ha già iniziato a gattonare e strisciare. Tantissimi neonati di 9 mesi riescono anche a portare a buon fine il cucchiaino con il cibo alla bocca!

La cosa importante come sempre è non sottoporlo a stress inutili, pretendendo da lui che raggiunga traguardi per i quali non è pronto.

Bambino 9 mesi

L’errore infatti è quello di fare i confronti con i figli degli amici o con quello che si legge su internet. Questo articolo ad esempio non ha lo scopo di aiutarvi a spingere il bambino verso certi traguardi ma piuttosto incuriosirvi, rivedendo vostro figlio su alcune cose si, in altre no. Con la consapevolezza che il traguardo che non ha raggiunto oggi in modo del tutto indipendente, lo raggiungerà certamente domani (o dopo domani!).

Vedrete che ogni giorno il vostro bambino supera se stesso, cambia e cresce per raggiungere la sua autonomia! A 5 mesi il piccolo controlla la testa, la tiene ben dritta e la ruota quando vuole osservare la direzione da cui proviene la voce. A sei mesi sta seduto da solo, senza appoggi, per alcuni secondi. A nove mesi, riesce a starci per più tempo senza scivolare troppe volte. Afferra giocattoli e li getta a terra. Dimostra un certo gradimento verso le canzoncine e non perde l’occasione per arrabbiarsi se non gli date ciò che vuole!

Molti genitori si preoccupano nel non vedere il neonato di 9 mesi gattonare o almeno iniziare a farlo. In realtà ricordatevi che non tutti i bambini gattonano. C’è chi non attraversa questa tappa e inizia direttamente a camminare.

Qui subentra anche il discorso “calzature”. Il fatto che in commercio vengono proposte varie scarpette per la prima infanzia, non significa che siano utili. Finché il piccolo non cammina, non servono! Se le acquistate prima è solo per un discorso di estetica ma ricordatevi che è molto meglio lasciarlo a piedini liberi oppure coperti da calzini quando è meglio per la temperatura esterna.

Se il vostro bambino è molto vivace, fate attenzione perché probabilmente cercherà di arrampicarsi sulle sponde del letto e inevitabilmente si butterà sul pavimento. Quindi valutate se è il caso di sostituire le sponde con altre più alte e impossibili da scalare. Sistemate i paracolpi di stoffa e metteteli belli tesi, se il neonato di alza rischia di rimanere incastrato con il piedino negli avvalli della stoffa.

Se avevate optato per il box a questo punto, dovreste toglierlo e lasciare che il bambino sia libero di muoversi se lo desidera. Scegliete un bel tappeto morbido facile da lavare in lavatrice. Eccezionalmente il neonato di 9 mesi può rispondere a comandi come “batti le manine” e anche imitare il verso degli animali.

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